LE NOZZE DI FIGARO

Meritato trionfo per “Le nozze di Figaro” al Comunale Nouveau di Bologna

Recensione:
Le nozze di Figaro © Andrea Ranzi

Poco men che trentenne, il fiammingo Martijn Dendievel è il giovane direttore cui il Teatro Comunale di Bologna ha affidato Le nozze di Figaro. Talento emergente e pluripremiato, formatosi sotto la stella di big del podio come Haitink, Thielemann, de Waart e Fischer, dopo un lungo apprendistato nel repertorio sinfonico sta muovendo i primi passi in quello operistico. 

E lo fa con esiti lusinghieri, a giudicare da queste recite mozartiane allestite al Comunale Nouveau dove nella sua pulsante concertazione troviamo precisione, nitore e trasparenza in primis; e poi buoni dosaggi timbrici, assennate scelte agogiche, in un bel gioco di contrasti. Potendo contare poi appieno sull'Orchestra del TCBO, che asseconda questa sua visione con estrema pulizia e chiarezza d'idee.

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Concertazione e regia vanno di pari passo

Una concertazione squisitamente teatrale, peraltro, a far il paro con una regia fulminea e vivace, oltre che musicalissima: quella del talentuoso Alessandro Talevi che, avvalendosi d'una sua essenziale scenografia – pareti che si scompongono e ricompongono, porte che s'aprono e chiudono – elabora uno spettacolo dall'andamento agile e lineare, molto spiritoso e ricco di annotazioni coloristiche. Riciclando persino, ma con accortezza, talune buone trovate già viste.

Originali i costumi di Stefania Scaraggi, un po' antiquariali, un po' moderni; il videomaker Marco Grassivaro proietta sui muri delle stanze immagini connesse alla situazione drammaturgica, mai invadenti; le accorte luci sono di Teresa Nagel, i movimenti coreografici di Danilo Rubeca.

Qui, tutti cantano bene!

Ma quello che più conta, in questo spettacolo in cui pare impossibile trovare pecche, è l'aver trovato in azione una compagnia ben affiatata. Nella quale non solo ognuno canta molto bene, con nettezza stilistica e massima disinvoltura scenica, in un confronto di vocalità piacevoli ed accattivanti; ma che in più vive di personaggi tutti ben centrati.

L'impressione è che primeggino, in una una vivace contrapposizione di caratteri, l'irruente, vigoroso Conte di Vito Priante, abilmente sfumato e fraseggiato; e la tenera, trepidante Contessa di Mariangela Sicilia; che peraltro si è mostrata vocalmente più a suo agio in «Dove sono i bei momenti» che nel precedente «Porgi amor». Non da meno, a ben vedere, è l'altro ménage, con l'impulsivo ed esuberante Figaro di Davide Giangregorio, dalla voce corposa e ricca di colori, e la volitiva, piccante Susanna di Eleonora Bellocci, dal fraseggio morbido e variegato.

Eleonora Bellocci e Davide Giangregorio

Intorno, bei caratteri

Spiccano infine l'adorabile Cherubino della bravissima Cecilia Molinari; la sfacciata e spiritosa Marcellina di Laura Chierici ed il bonario Bartolo di Francesco Leone. Adeguate le parti di fianco, rappresentate dal buon Basilio di Paolo Antognetti, dalla pungente Barbarina di Patricia Daniela Fodor, dal Don Curzio di Cristiano Olivieri, e dall'Antonio di Dario Giorgelè. Con opportuna leggerezza si è condotto il Coro felsineo, guidato da Gea Garatti Ansini.

Eleonora Bellocci e Cecilia Molinari


Insomma, che lo spettacolo fosse incantevole non è sfuggito al pubblico, che ha manifestato con lunghi applausi la propria soddisfazione. Per inciso, l'allestimento presentava i consueti tagli dell'arietta di Marcellina «Il capro e la capretta», e dell'aria di Basilio «In quegl'anni, in cui val poco», onde correre più rapidi al finale.

La seconda compagnia annoverava Vincenzo Nizzardo e Maria Novella Malfatti, Roberto Lorenzi e Tetiana Zhuravel, oltre a Chiara Tirotta.
 

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Visto il 20/05/2023
al teatro Comunale Nouveau di Bologna (BO)

Le nozze di Figaro
Lirica
Informazioni principali
Regia
Alessandro Talevi
Protagonista
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Gilberto Mion

  Redattore

Studi ad indirizzo classico. Già collaboratore del quotidiano Il Gazzettino, della rivista Pagine Venete e di altre testate regionali, ha&n...

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