L'ONOREVOLE

Il teatro di Sciascia e la “mediazione” estroversa e attuale di Gaetano Aronica

Recensione:

“C'è molto dialogo nelle mie cose e ad un certo punto ho sentito il bisogno di scrivere per il teatro. Ma mi sono imbattuto nel regista e questa mediazione devastatrice, devastatrice dei testi, mi ha sconvolto”. Così scriveva Leonardo Sciascia a proposito del suo rapporto, fugace per la verità, con il teatro. Eppure molte sono le opere di Sciascia ad essere rappresentate in teatro, al punto che lo scrittore di Racalmuto ebbe ad affermare: “Ora lascio che altri ridica le mie cose per il teatro, quel che non sopporto è lo stravolgere il senso di una cosa fino al non senso”.

L'attore e regista Gaetano Aronica non stravolge la corposa controversia de L'onorevole ma ne aggiorna la rappresentazione, punta le luci della scena sulla vicenda privata, gioca tutto sui rapporti e sentimenti distrutti dalla corruzione pubblica, dalla totale assenza di felicità quando un uomo sceglie il male. Le esternazioni riguardanti etica e pubblica amministrazione, cultura e politica, religione e solidarietà, eguaglianza e meritocrazia, dettagliatamente esaminate da Sciascia nel suo testo originale, non sono più convinzioni filosofiche e sociali ma circostanze mutevoli quanto lo è l'animo umano e le sue aspirazioni, i suoi desideri.

Il docente ispirato da Cervantes ma asservito alla politica

Il professore Francipane insegna lettere al liceo e dà lezioni private per arrotondare lo stipendio, ma soprattutto per vivere pienamente la sua missione di maestro, per aiutare chi merita e non può economicamente permettersi gli studi. Lavora molto ma non gli pesa e il suo riposo consiste nella lettura di Manzoni e Tolstoj ma è innamorato del Don Chisciotte, quello che per lui è il miglior libro mai scritto al mondo.

Un giorno gli si presentano in casa due politici della Democrazia Cristiana introdotti dal monsignore Barbarino. Gli propongono la candidatura alle imminenti elezioni nazionali: la nazione ma soprattutto la Chiesa ha bisogno del suo impegno per frenare l'ascesa comunista. E lui, fervente cattolico, cede alle pressioni e accetta. Comincia la sua ascesa nel mondo della politica e la sua discesa negli inferi dei peggiori compromessi: mediazioni, corruzione, infiltrazione mafiosa. Arriva fino alla carica di ministro ma perde ogni rapporto con quanto ispirava la sua gaiezza, la sua felicità: non legge più, dimentica lo spirito eccelso del protagonista di Cervantes, non ha più l'amorevole rapporto familiare, non ricorda più l'allegria che gli regalavano i suoi studenti. Senza accorgersi del declivio, si ritrova a impersonare tutti gli aspetti che rinnegava in precedenza. Il don Chisciotte interiore è ormai defunto, nonostante resti la moglie a cercare di salvarlo dal degrado morale, continuando a chiedergli perché non leggesse più il suo amato libro.

La leggerezza della trasposizione, l'impronta pirandelliana e l'attualità

Gaetano Aronica sfoltisce e alleggerisce qualche diatriba che Leonardo Sciascia fa dibattere puntigliosamente ai protagonisti, ma taglia solo nell'estensione e mantiene gli elementi centrali, il cuore delle discussioni familiari, politiche, culturali. Mantiene intatti la vita e il mutamento dei protagonisti nell'arco dei quattro lustri della narrazione, i diversi riferimenti alle opere di Luigi Pirandello. Evolve la vicenda con rapidità, con prontezza, caratterizzando i personaggi nel loro mutamento, e gli attori si dimostrano molto bravi ed eclettici, non solo il professore ottimamente impersonato da Gaetano Aronica molto ispirato. Gli attori della compagni della Fondazione Teatro Pirandello superano la prova del debutto nazionale. Roberto Maria Iannone è bravo e un ottimo monsignore Barberino; Marcella Lattuca dà prova di grande maturità nel ruolo difficile e sofferto di Assunta, la moglie del professore Francipane; gli esperti e affidabili Franco Bruno, Nicola Puleo e Pippo Crapanzano danno impronta ai loro personaggi di politici corrotti e mafiosi minacciosi; i giovani Silvia Frenda, Emanuele Carlino, Fabrizio Milano, Viola Provenzano, ottimi nei ruoli degli studenti e dei figli del professore, danno brio e ritmo alla commedia che si avvale dell'accompagnamento musicale dal vivo del maestro Salvatore Galante

Un finale originale a suggello della lettura intimistica

I novanta minuti intensi della commedia volano veloci, i momenti storici del dibattito politico della repubblica italiana degli anni '60/'80 scivolano con leggerezza pur lasciando memoria delle asserzioni forti di Leonardo Sciascia; imprimono nel pubblico i travagli dei personaggi, fino all'epilogo nuovo di Gaetano Aronica. Un finale che riporta ancora al centro l'anima dell'uomo e il prezzo che si è disposti a pagare per mantenerla o cederla al miglior offerente.

Gli applausi convinti del pubblico emozionato di Agrigento premiano il debutto di questa nuova produzione della Fondazione Teatro Pirandello diretta di Francesco Bellomo.

 

 

Visto il 07/05/2023
al teatro Pirandello di Agrigento (AG)

L'Onorevole
Prosa
Informazioni principali
Regia
Gaetano Aronica
Protagonista
Gaetano Aronica

Francesco Principato

  AUTORE di AGRIGENTO

Scopre tardi il rapporto con la scrittura ed è tuttora molto misurato nella produzione letteraria. Scrive il primo romanzo, "Livello zero", nel 1995...

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