Ferzan Ozpetek esordisce nella regia teatrale portando fra le tavole dei teatri il suo Mine vaganti, successo cinematografico del 2010.
Lo spettacolo resta molto fedele alla trama cinematografica seppur abbastanza sgravata da introspezioni psicologiche e rovelli esistenziali. Restano in sceneggiatura le angosce dei fratelli Cantone, impegnati quasi in una gara a chi arriva prima all'outing familiare, una corsa di Antonio (Carmine Recano) e Tommaso (Edoardo Purgatori) alla confessione della propria omosessualità.
Il regista turco punta molto sul ritmo e sulla comicità delle situazioni, sulla bravura della coppia Iaia Forte e Francesco Pannofino, sull'arguzia delle battute e sul divertente umorismo degli attori


GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
Le incursioni in platea dei protagonisti
In Mine vaganti gli attori recitano spesso in proscenio e altrettanto sovente invadono la platea, accorciano ogni distanza con il pubblico fino a interloquire con lo spettatore a portata di voce, innescando una confidenza inusuale, una complicità fra spettatore e interprete che libera ogni freno al divertimento, alla risata gustosa e sincera seppur ispirata dall'ambiguità sessuale dei protagonisti.

Ferzan Ozpetek ha dichiarato, a proposito di questa trasposizione che a teatro non ci si dovrebbe annoiare e quindi il regista ha usato ogni altro accorgimento per rendere spassoso lo spettacolo: tempi comici studiati, mimica allusiva, battute sottintese; perfino gli amici dei fratelli Cantone (Francesco Maggi e Jacopo Sorbini), gay distinguibili e divertenti, che si esibiscono in uno spettacolo da drag queen in cui trascinano anche la domestica Teresa, l'irresistibile Mimma Lovoi.

Spunto di riflessione ma a un passo dalla farsa
L'ambientazione passata dal Salento a Gragnano, la parlata napoletana, l'ammiccante eliminazione della quarta parete, la risata spesso grassa, sebbene divertano molto il pubblico, che tributa numerosi applausi, rischiano di far scivolare la commedia.
Per fortuna ci pensa la nonna, un'amabile Simona Marchini, a meditare sull'amore, su ogni specie di amore; a far riflettere familiari e pubblico in sala sull'importanza dell'eliminazione di ogni classificazione dell'amore, legame che non deve conoscere genere né catalogazione. Non a caso ci pensa lei alla soluzione che farà cessare il conflitto familiare.

Applausi prolungati a fine spettacolo anche per gli altri protagonisti Luca Pantini, Roberta Astuti e Sarah Falanga. Pubblico divertito, soddisfatto, contento, sorridente fino all'uscita. Eppure un pensiero sorge: se l'umorismo sull'omosessualità, se lo strizzare l'occhio al capolavoro di Jean Poiret La Cage aux Folles, se questo spettacolo non fosse stato portato in scena dal regista turco, avrebbe avuto la compiacenza e l'acclamazione che teatralmente riscuote? O forse, finalmente, si può ridere liberamente senza sembrare omofobi e soprattutto non esserlo?
Speriamo di sì, d'altronde sono passati dodici anni dal film Mine vaganti, venticinque dal debutto di Ferzan con Bagno turco.

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Visto il 25/01/2023
al teatro Pirandello di Agrigento (AG)
