Nei film di Woody Allen i dialoghi sono la componente dominante. Lo stile con cui sono scritti ha molte affinità con quello di un testo teatrale. Se ne dovrebbe dedurre che Woody Allen può arrivare agli stessi eccellenti risultati scrivendo anche per il teatro. Chi scrive ha visto fino ad oggi solo Sesso e Bugie (titolo originale Writer’s block), nella generosa interpretazione della Compagnia Attori e Tecnici diretta da Attilio Corsini (al quale va la sincera gratitudine di chi ama il teatro e apprezza i suoi sforzi ostinati per mantenerlo vivo e popolare senza rinunciare alla qualità). Assistere ad un solo lavoro è poco per farsi un’opinione in proposito, ma sufficiente per capire che in teatro Allen non potendo cucirsi addosso le battute ha bisogno quanto meno di un alter ego la cui reperibilità è fortemente condizionata dalla particolare complessità della maschera psicofisica a cui ci ha abituati recitando sé stesso. Dei due atti unici il primo, Riverside Drive, è più convincente, originale e funziona meglio se confrontato al secondo, Old Saybrook. Corsini veste i panni luridi e puzzolenti di un barbone invadente, una specie di filosofo arguto e colto almeno quanto drammaticamente folle; un tipo pericoloso e imprevedibile certo ma che ognuno di noi in fondo, se fosse vittima di un ricattatore, vorrebbe avere a fianco. Pierfrancesco Poggi ha il ruolo di un affermato scrittore fedifrago che si imbatte nel barbone mentre aspetta l’amante che vuole lasciare per tornare dalla moglie. Un ruolo impegnativo e delicato (da alter ego) sostenuto degnamente. L’amante è Crescenza Guarneri, ancora felicemente insieme alla compagnia Attori e tecnici dopo l’ottima prova data nella recente ripresa di Rumori fuori scena. Anche la scena di Riverside Drive, uno squallido e nebbioso parapetto metropolitano sul fiume Hudson, è più bella e funziona meglio di quella di Old Saybrook, sala da pranzo con caminetto, eppure entrambe sono firmate da Umberto Bertacca a conferma di una lunga collaborazione con Corsini e col teatro Vittoria (da ricordare le scene de il Giardino dei ciliegi del 1995 e di Amleto in salsa piccante del 1991). Il fatto è che Old Saybrook è un un lavoro divertente ma un po’ fragile a dispetto delle citazioni di Checov e Pirandello, una situazione scenica che è troppo dilatata nel tempo rispetto al suo reale contenuto, dove l’alter ego ha un ruolo meno centrale. Gli attori sono molto bravi, Stefano Altieri come sempre eccellente, e tutti sorreggono un’opera che però non li aiuta molto. Verrebbe voglia di vedere come funziona il tutto aprendo con Old Saybrook e chiudendo con Riverside Drive.
al teatro San Babila di Milano (MI)
