Hazel e Robin, due scienziati nucleari in pensione, a seguito del disastro ambientale scaturito dallo tsunami che ha distrutto la centrale, abbandonano la zona radioattiva e si rifugiano in campagna, oltre il limite della zona rossa.
Seppure con energia elettrica ridotta a fasce orarie, con acqua corrente non potabile e il necessario contatore di radioattività a misurare in ogni istante il pericolo di contaminazione, cercano di preservare una parvenza di normalità, una sopravvivenza quasi bucolica. Si occupano di agricoltura e allevamento di vacche, mangiano vegetariano e fanno yoga, non fumano e le preoccupazioni principali sono dettate dalle ovvie problematiche dell'essere genitori e nonni.



GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
Il passato inquinato bussa alla porta del senso di colpa
Un giorno alla porta dei coniugi, dopo 38 anni, si presenta Rose, una collega fisico nucleare che credevano morta, vecchia fiamma di Robin. Cosa cerca la nuova arrivata? Cosa vuole da Robin? Vuole rinnovare la vecchia relazione o ha uno scopo più nascosto?
E' a questo punto che la commedia di Lucy Kirkwood sale di tono e comincia a palesare la risposta, dopo mezzora di scaramucce dialettiche sui diversi stili di vita delle due donne. Una disputa a tratti infarcita da un humor forse troppo inglese per essere apprezzato fino in fondo e che sortisce solo qualche timido sorriso. Ma ormai la pièce è decollata, l'interesse dello spettatore s'è alzato e la soluzione del mistero è svelato: Rose è tornata per formare una squadra per spegnere il reattore danneggiato.

Preservare le nuove generazioni piuttosto che condannarle
Rose vuole reclutare i vecchi colleghi per sostituire i giovani impegnati nella messa in sicurezza dell'impianto nucleare. Rose vuole custodire i giovani, salvarli e sostituirli nel pericolo mortale. Robin, che nascondeva alla moglie la stessa grave malattia di cui è stata già colpita Rose, è propenso ad accettare l'impresa e il rischio, ad ammettere l'assunzione di responsabilità.
Hazel invece combatte questa scelta: non si sente vecchia né colpevole, ha voglia di vivere, si reputa ancora essenziale per figli e nipoti ma poi è colta dal dubbio che proprio a loro deve una scelta cosciente.

L'equilibrata regia e la bravura degli attori
Lucy Kirkwood nel suo testo, fra i più acclamati degli ultimi anni, mette in scena problematiche universali, dispute sociali fra le più dibattute nei meeting mondiali e le porta in un tinello di casa. L'ecologia, il rischio nucleare, sono discussi in mezzo a dispute di questioni quotidiane fra donne diverse: la Hazel interpretata da Elisabetta Pozzi ha quattro figli mentre la Rose impersonata da Francesca Ciocchetti è single e senza prole, Hazel è simbolo dell'efficienza e razionalità mentre Rose è audace e impulsiva ma la regia di Andrea Chiodi non le mette a confronto, punta a scoprirne le coscienze che risultano, non solo agli occhi di Robin – Giovanni Crippa, entrambe mirabili. Infine Robin sceglierà e Hazel lo asseconderà.
La rappresentazione parte lenta, i dialoghi all'inizio sembrano asfissianti, la narrazione reprime l'azione ma poi la commedia innesta la quarta marcia, l'apprensione dei protagonisti contagia la platea, l'autorevolezza della tematica carpisce ogni attenzione, le scelte dei personaggi coinvolgono gli spettatori che dimostrano la propria approvazione con un lungo e meritato applauso finale.
Senz'altro un tributo agli attori bravissimi, ma anche un segno di gratitudine all'autrice, per il dono di idee su cui riflettere.

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Visto il 27/11/2022
al teatro Pirandello di Agrigento (AG)
