In quest’opera scritta quando era già gravemente malato, Anton Cechov esprime ancora più lucidamente la sua riflessione sulla goffa incapacità di vivere degli esseri umani, afflitti da uno strabismo esistenziale che impedisce loro di guardare con chiarezza dentro la propria anima. Nel Giardino dei ciliegi di Rosario Lisma il barlume di salvezza risiede nei giovani, gli unici che nel finale sono capaci di immaginare una nuova vita, nonostante la vendita e la distruzione di quel giardino che da vanto per tutto il vicinato si è trasformato nel simbolo illusorio di un luminoso passato.
Nel suo adattamento il regista riduce i personaggi a sei: Ljuba, segnata dalla perdita del marito e dell’amato figlio piccolo, abbandonata anche dall’ultimo amante. Nella vibrante interpretazione di Milvia Marigliano è una bimba nel corpo di donna matura, che piange e ride allo stesso tempo, intrappolata nella sua nostalgia.